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SPUNTI DI COMUNICAZIONE NON VIOLENTA

Aggiornamento: 28 nov 2022

La Comunicazione Non Violenta è un modo di vivere, un approccio al mondo, uno stile di vita. Per iniziare condivido il piacevole ricordo della filastrocca delle "10P", che imparai dalla mia cara maestra, al tempo delle elementari :

Prima Pensa Poi Parla Perché Parole Poco Pensate Portano Pena

Il modello della Comunicazione Non Violenta, detta anche Comunicazione Empatica o Linguaggio Giraffa, è stato ideato da Marshall Rosenberg (1934-2015), dottore in psicologia clinica, allievo e assistente di Carl Rogers.

Questo modello si basa sui naturali principi di rispetto ed empatia verso se stessi e verso gli altri ed offre degli strumenti pratici per per allenarsi ad ascoltare ed esprimere in maniera consapevole sentimenti e bisogni, migliorando così la salute delle nostre relazioni. E' inoltre un approccio flessibile, che può essere applicato ad ogni livello della comunicazione ed in situazioni diverse: nelle relazioni personali, in famiglia, a scuola, nelle organizzazioni, nelle consulenze cliniche, nelle relazioni diplomatiche e commerciali, nelle relazioni conflittuali, ecc...

Il seme della violenza nel mondo inizia nel modo in cui mi ascolto e ti ascolto, nel modo in cui mi penso e ti penso, nel modo in cui mi parlo e ti parlo.
La comunicazione empatica ci aiuta a creare e a vivere la connessione che tanto desideriamo avere con noi stessi, con l’altro e con la vita.

(Marshall Rosenberg)

 

Rosenberg ha chiamato il suo modello Comunicazione Nonviolenta (CNV) o Comunicazione Empatica o anche “linguaggio giraffa” poiché la giraffa è l’animale che ha il cuore più grande, non è un predatore ma allo stesso tempo si sa ben difendere dai predatori. Essere empatici e nonviolenti non significa subire la vita, bensì essere in grado di viverla con fierezza e benevolenza, nel pieno rispetto di se e degli altri, senza che una parte prevalga sull’altra.


I quattro punti chiave della CNV


Seguendo questi quattro suggerimenti fondamentali, si può provare a sperimentare in prima persona il modello della Comunicazione Non Violenta, a partire da qualsiasi situazione di vita.





1_OSSERVAZIONE

Quali sono le azioni concrete che osservi e che influenzano il tuo benessere?


Descrivi cosa sta veramente accadendo, osservando senza aggiungere valutazioni, giudizi o interpretazioni. L’osservazione è senza valutazioni soggettive, evitando di mischiare un giudizio o una interpretazione personale con la descrizione oggettiva dei fatti. E' sufficiente descrivere ciò che accade, senza inserire quello che si pensa di quella situazione.


Esempio:

“il collega ha parlato troppo durante la riunione”

può diventare

“il collega ha parlato per un’ora durante la riunione”



2_SENTIMENTO

Come ti senti in relazione a ciò che hai osservato?


Distingui i sentimenti dai pensieri, facendo riferimento ad emozioni specifiche e distinguendo da affermazioni che descrivono considerazioni o interpretazioni.

Ad esempio, espressioni come “mi sento manipolato”, “umiliato”, “ignorato” non esprimono i sentimenti bensì pensieri/valutazioni su ciò che fanno gli altri - equivalgono a “penso che l'altro mi stia manipolando/ umiliando/ignorando”. Questo porta la comunicazione su un piano di "accusa" delle mancanze dell' altro e favorisce l' esplosione di un conflitto distruttivo. Inoltre espressioni come “mi sento male”, “mi sento bene”, non esprimono con precisione il vissuto emotivo e lasciando all' altro la possibilità di intrepretare ed eventualmente intervenire secondo la sua valutazione.


Esempio:

"mi hai spaventato" "mi fai arrabbiare" "mi sento male"

possono diventare

“ho paura” “mi sento contrariato” “sono scoraggiato” "sono dispiaciuto" "sento fastidio"


3_BISOGNO

Quali sono i bisogni, valori e desideri che derivano dai tuoi sentimenti?


Chiediti cosa ti manca e quale aspetti della tua vita non senti soddisfatti, senza incolpare te stesso o gli altri, ma accettando di percepire quali sono i bisogni che sono dietro a ciò che provi. Riconoscere, dare valore e assumersi la responsabilità dei propri bisogni e di quelli dell' altro favorisce l'incontro umano ad un livello profondo senza giudizio, critica o accusa ma con profonda accettazione e scambio empatico.


Esempio

“Sono triste perché non sei venuto a trovarmi

Sto colpevolizzando l’altro e attribuendo all’altro la responsabilità del mio sentimento di tristezza

può diventare

“Sono triste perché in questo momento ho bisogno di vicinanza e sostegno

Sono consapevole ed esprimo i miei bisogni di vicinanza e sostegno, non incolpo l’altro



4_RICHIESTA

Cosa desideri chiedere all'altro con il fine di arricchire la tua vita?


Formula richieste di azioni concrete e positive, dichiarando ciò che vorresti anziché ciò che non vorresti (linguaggio d’azione positivo), accettando anche la possibilità di un "no". in quanto non si tratta ne’ di pretendere, ne’ di minacciare, ne’ di ordinare o imporre il proprio volere sull' altro.

Dopo aver identificato i sentimenti ed espresso i bisogni, è importante chiedere apertamente, in modo specifico e in un linguaggio positivo ciò che ci piacerebbe l’altro facesse per soddisfare quel bisogno. Fare una richiesta offre all’altro l’occasione di capire meglio e di esercitare la propria generosità, quella che Rosenberg chiama la propria benevolenza naturale, il “donare dal cuore”.


Esempio

“Mi piacerebbe conoscerti meglio”

l’altro saprà quali sono le nostre intenzioni, ma non saprà ciò che voglio che faccia lui a questo proposito

Può diventare più chiaro così

“Mi piacerebbe conoscerti meglio, ti chiedo se ti va di uscire a bere un caffè insieme?”


 

PER APPROFONDIRE





"Quello che desidero nella mia vita è l'empatia, un continuo scambio tra me stesso e gli altri basato su un reciproco darsi cuore..."

M. Rosenberg



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