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AMICA ANSIA, AMICA DANZA. COME AFFRONTARE L'ANSIA DA PRESTAZIONE?

Aggiornamento: 29 ago 2023

“Una ballerina descrive così le sensazioni che prova quando danza:

la mente non si distrae, si è completamente calati in quello che si sta facendo, l’ energia scorre in modo fluido ci si sente rilassati e pieni di energia”

Mihaly Csikszentmihalyi



L'ansia da prestazione o da palcoscenico, è uno stato psicofisico di attivazione che si presenta nel caso in sui si percepisce una discrepanza tra le richieste della situazione e la capacità di rispondere ad essa e dipende anche dal significato e dal livello di investimento nei confronti della prestazione stessa. Per aiutare i danzatori può essere utile affiancare alla preparazione tecnica un' accurata preparazione mentale per allenare abilità specifiche che promuovono il benessere integrato, facilitano l'eccellenza performativa e consentono di raggiungere l''esperienza ottimale (peak performance, stato di flow).



Nella piramide delle abilità mentali per la performance eccellente della danza di Taylor e Estanol, il livello di intensità, che rappresenta lo stato di attivazione del danzatore rispetto al compito, prende una posizione centrale sulla scala delle abilità. Il livello di intensità o di attivazione, è influenzato dal grado di motivazione (lezione o spettacolo stimolante ma non troppo difficile per le proprie capacità) e dalla fiducia in se stessi (senso di autoefficacia e consapevolezza delle proprie capacità per svolgere quel dato compito). Inoltre il livello di attivazione condiziona lo stato di concertazione, i processi di controllo e i processi emotivi.

Lo stato di attivazione o livello di intensità ottimale per danzare viene detto "stato di flow", nel quale tutti i piani funzionali del Sè del danzatore sono in equilibrio e ben integrati tra loro: coerenza tra richieste, senso di autoefficacia e abilità percepita, serenità mentale, piacere nel mostrarsi al pubblico, forza, determinazione e progettualità, motivazione, focus sul qui e ora, tonicità muscolare adeguata, consapevolezza corporea, eccitazione e simpaticotonia, movimento e respiro in sintonia.

In particolare:

  • nello stato di flow c'è un bilanciamento tra difficoltà percepita del compito e consapevolezza delle proprie capacità nel poterlo svolgere. Questo consente al danzatore di accedere ad un livello di attivazione ottimale che porta con se la piacevolezza dello stato di eccitazione adeguato alla prestazione.

  • se il compito è percepito come troppo facile rispetto alle proprie capacità, questo genera demotivazione e dis-attivazione, accompagnata da vissuti di insoddisfazione, delusione, noia. Questo stato di disagio genera un alto livello di stress per il danzatore che può portare al rischio dell'abbandono e a disturbi del tono dell'umore.

  • se il compito è percepito come troppo difficile rispetto alle proprie capacità, questo genera un alto livello di stress e ansia da prestazione con un livello di iper-attivazione fisiologica disfunzionale e vissuti emotivi di paura , rabbia e frustrazione. Questo stato di tensione prolungato può portare ad un crollo psicofisico che si può tradurre in burnout, infortuni, abbandoni.

  • quando non ci sono richieste di attivazione (post performance o fase di defaticamento) è importante che si possa abbassare il livello di attivazione e rientrare in uno stato di benessere e rilassamento.

AFFRONTARE L' ANSIA DA PALCOSCENICO

L'ansia da palcoscenico o da prestazione, nel suo picco disfunzionale, può disturbare i danzatori durante il processo performativo, anche nella fase pre e post performance.

Nella fase di preparazione della performance, solitamente si gestisce l'ansia immaginando come potrà andare lo spettacolo e trovando strategie per prepararsi al meglio. In questa fase è molto alto il rischio di anticipazioni catastrofiche accompagnate dal perfezionismo ossessivo e strategie di controllo o di evitamento. Alcuni esempi concreti sono la tendenza allo studio eccessivo e sfiancante oppure rimandare e svalutare l' importanza della preparazione: "ci penso dopo!"

Per integrare la preparazione tecnica con quella mentale si può sfruttare al meglio questa funzione immaginativa automatica, cioè la capacità della mente di usare "immagini" e visualizzare scene future. Nei percorsi di MENTAL TRAINING si propongono:

  • pratiche di meditazione e immaginazione guidata verso obiettivi specifici concordati con il danzatore

  • tecniche di respirazione consapevole

  • tecniche di focalizzazione sul momento presente

  • gestione dei pensieri intrusivi.

Queste pratiche tornano utili durante la performance, in cui si è coinvolti in un misto di sensazioni fisiche, emozioni, pensieri e azioni. Essere consapevoli che provare ansia è del tutto normale e può essere addirittura funzionale alla performance stessa è il primo passo per attivare abilità e risorse efficaci in risposta ad essa. Ad esempio per non essere preda dell' ansia è importante darle il valore e lo spazio che si merita senza cercare di sbarazzarsene o controllarla ma ricordando perché si è lì e come mai si sta investendo così tanto nella danza nella propria vita.

Un aiuto potrebbe essere allenarsi a:

  • spostare l'attenzione dai pensieri rigidi, dalle previsioni catastrofiche e dai possibili giudizi esterni al motivo per cui si sta danzando.

  • E' più importante eseguire il passo perfetto o mettercela tutta per viversi la bellezza del proprio corpo danzante?

  • Perché vuoi danzare? Cosa è la danza per te? Quale è il valore della danza per se stessi?

PER APPROFONDIRE VEDI LINK:

https://www.ilariaspecchia.com/post/cosa-e-la-danza-per-te-esercizio-le-3d-della-danza


Nella fase post performance, ci si sofferma sul fare un resoconto generale. Può accadere che invece di considerare l' esperienza vissuta come qualcosa di prezioso per la propria crescita personale e artistica, si cada dentro il tunnel dell'autocritica spietata come unica strategia di controllo di sé nel tentativo di migliorare. Inoltre questa fase è molto delicata in quanto si potrebbero innescare anche vissuti di perdita e lutto. (Depressione Post Performance).

alcune pratiche per affrontare al meglio questa fase:

  • Riguardare il processo e non solo il risultato

  • Praticare l'accettazione e l'autocompassione

  • Fare azioni piacevoli e di cura verso le stessi

PER APPROFONDIRE VEDI LINK:

https://www.ilariaspecchia.com/post/depressione-post-performance-quando-cala-il-sipario


E' importante che il danzatore sia consapevole che provare ansia è del tutto normale (può essere addirittura funzionale alla performance stessa) e che situazioni emotivamente importanti come l'esibizione davanti ad un pubblico potenzialmente giudicante è un evento molto stressante a cui si può arrivare preparati e vivere nel migliore dei modi senza che l'ansia diventi disfunzionale, patologica e debilitante.


Dott.ssa Ilaria Specchia



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